Chiedo scusa per il titolo ma volevo essere premeditatamente provocatorio e spiegherò il perché.

Talvolta c’è gente che per qualche ragione desidera un cane, senza considerare che si tratti comunque di una forma di vita organica, provvista di esigenze alquanto ovvie (e prevedibili) come fare la pipì al meno un paio di volte al giorno. Queste persone, se vi soffermerete ad osservarle, noterete con quanta fretta ed insofferenza accompagnano il proprio Fido ad espletare le sue inevitabili funzioni fisiologiche, incitandolo a sbrigarsi e strattonandolo malamente (con il guinzaglio) ogni qualvolta si sofferma ad annusare il suo fantastico mondo fatto di odori. In quel momento lui non è più quella dolce palla di pelo che aspetta il  ritorno a casa del padrone per fargli le feste: non è più quella creatura adorabile che almeno per un po’ aveva riportato la serenità  in famiglia. No: in quel momento è diventato l’invalicabile ostacolo che si frappone tra costoro e l’orario della partita di calcetto; è il monolitico obelisco egiziano che devono lentamente e  faticosamente trascinare fino al proprio sito archeologico; più pesante dello zaino tattico degli alpini (40kg) dopo una marcia di 20 km in montagna e più testardo di un mulo sordo, il povero cane viene appellato manco fosse responsabile del disastro petrolifero nel Golfo del Messico.

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