Contrariamente a ciò che pensiamo, i bambini non sono progettati per assimilare le indicazioni verbali, bensì essi imparano attraverso l’esempio pratico, ovvero i nostri comportamenti. In sostanza, il loro apprendimento è molto più influenzato da ciò che ci vedono fare, che da ciò che ci sentono dire.
E quando pensiamo ai nostri figli, il pensiero più comune, la preoccupazione più diffusa, è assicurarsi che siano felici, per cui attiviamo ogni forma di protezione e garanzia anche a discapito di noi stessi e della nostra felicità: intento nobile quanto inutile, perché i bambini per essere felici, hanno bisogno di un esempio di felicità, possibilmente genuina e non artefatta, perché sono abbastanza sensibili da percepire (più o meno consapevolmente) ogni stato d’animo, anche il più nascosto.
E allora, come in ogni processo di crescita che si rispetti, se vogliamo aiutare chi ci sta a cuore, dobbiamo partire da noi stessi, prendendoci cura in primo luogo della nostra persona nella sua integrità psicofisica.
Come possiamo trasmettere il concetto del volersi bene se non ce ne vogliamo abbastanza e ci trascuriamo e nascondiamo dietro a un inutile, inefficace ideale di altruismo e solidarietà?
Alla base di valori come la famiglia, la scuola, l’amicizia, ci sono concetti di origine sociale e culturale che paradossalmente variano anche in modo sostanziale in funzione dello specifico meridiano e parallelo geografico in cui si esprimono.
Però, alla base di tutto, che si tratti di genitori, insegnanti, o amici, ci sono le persone, con i propri valori, forze e fragilità, da cui, che piaccia o no, non è possibile prescindere.
Fingere serenità nel vano proposito di tutelare la felicità di un figlio, significherebbe affidarsi a un palliativo con il quale andare poco lontano: preoccuparsi della propria serenità per farne un valore da tramandare e difendere, significherebbe invece dare un sano e concreto esempio di vita con il quale ispirare i più giovani.
Se volete dei bambini felici, fate la consapevole scelta di essere felici e lottare per esserlo ogni giorno, perché non esiste una strada per la felicità: la felicità è la strada.

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