Un insegnante dovrebbe sempre essere all’altezza del proprio incarico, della propria missione (trasmettere la conoscenza, rendere curiosi, trasmettere passione per una disciplina, scolastica o sportiva che sia), dei propri allievi.

Impossibile insegnare senza comunicare..e allora diventa fondamentale usare ogni mezzo: verbale, paraverbale e non verbale; soprattutto non verbale, ovvero la postura, la gestualità, la capacità espressiva trasmessa da un sorriso , uno sguardo compiaciuto. Quando si tratta di bambini tutto questo diventa essenziale e imprescindibile. La parola d’ordine è allinearsi in ogni modo, per guardarli negli occhi da loro pari e condividere il mondo dalla stessa prospettiva, con una sintonia  fatta di gioia e complicità. E’ sufficiente inginocchiarsi fino ad incontrarne gli occhi, come due aerei in rotta di collisione: impossibile non incontrarsi. E’ questione di usare parole semplici, metafore dal pittoresco potere evocativo, come in un cartone di gatto Silvestro, o dei Fantagenitori, tanto per essere contemporanei negli gli esempi. Si tratta di proporre anziché di chiedere, modulando la voce con tono sicuro ma gentile, lo sguardo rassicurante e la gestualità descrittiva di un mimo professionista, per raccontare ciò che le parole da sole non saprebbero pienamente descrivere. Da qualche tempo collaboro come Mental Coach in una delle più prestigiose scuole di tennis italiane: la Tennis Training School. In questa scuola, oltre 150 bambini vengono avviati a questo sport da uno staff di Maestri capaci di coinvolgerli, entusiasmarli e in alcuni casi, accompagnarli verso una promettente futura carriera agonistica che per alcuni sfocia nel professionismo a livello internazionale. Ma quale che sia il talento di questi giovanissimi tennisti, resta immutato il piacere di giocare e crescere insieme. Ho visto bambini considerati “difficili”, arrivare alla scuola di tennis con l’impazienza tipica dell’entusiasmo e l’aspettativa di rinnovare quel rapporto magico che si porteranno dietro per sempre. Insegnare ai bambini non è per tutti: sono clienti molto speciali, capaci di giudicarci dal semplice tono della voce o da un gesto impercettibile; per così poco sono capaci di isolarsi quanto di aprirci il loro incommensurabile mondo.

E per conquistarli è sufficiente inginocchiarsi fino a incontrarne lo sguardo, abbassandoci fino al loro livello, per poi scoprire che è molto più alto del nostro.

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