Month: giugno 2010

Sognare nello Sport

Sognare è un’attività celebrale che tutti svolgono..ma pochi apprezzano per i benefici che può rappresentare.I sogni a volte ci dicono molto delle cose a cui pensiamo o sulle quali è molto impegnato il nostro inconscio. Ma a parte questo, l’aspetto che spesso sottovalutiamo è che il sogno è un modo per vivere esperienze di ogni genere senza che il nostro corpo debba necessariamente essere coinvolto. Ovviamente, non sto dicendo che il sogno avvenga al di fuori del nostro corpo, ma certamente se sognassimo di camminare il nostro corpo non sarebbe impegnato a farlo..non in quel momento.Ma la cosa più interessante avviene quando sogniamo di fare qualcosa che dubitiamo di saper fare bene nella realtà: è qualcosa di straordinario perché il sogno ci permette di esplorare e sperimentare cose anche molto impegnative o rischiose in assoluta sicurezza.

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Il Preparatore mentale

Chi capisce qualcosa di Tennis, sabato scorso ha assistito ad una delle partite più belle di sempre.
Francesca Schiamone, è entrata a far parte dei grandi campioni di questo sport aggiudicandosi in due set il Torneo del Roland Garros. Una cosa che non accadeva da 54 anni.
Ma quello che ha reso questa vittoria ancora più bella è stata la lucidità mentale con cui Francesca ha gestito ogni momento della partita: non ci sono stati momenti di fortuna o sfortuna ma solo una fredda capacità tattica a cui ha saputo corrispondere un precisi gesti atletici, calibrati con la massima precisione in ogni circostanza.
E proprio per questo, non mi ha stupito scoprire che si avvalesse anche di un preparatore mentale che la segue assiduamente. Finalmente anche lo sport italiano sta cominciando a scoprire quanto sia importante occuparsi di ciò che determina la motivazione, la convinzione, la perseveranza, la precisione, l’intensità che c’è dietro qualsiasi gesto atletico.
Finalmente qualcuno comincia a capire che un atleta prima di tutto è un essere umano e come tale, per quanto grande possa essere il suo talento sportivo, resta comunque una persona con le fragilità, le paure, i dubbi, i sogni, le ambizioni e le necessità che chiunque può avere.
Pensare che scaraventando un ragazzo di 18 anni in serie A di calcio non possa provocare effetti collaterali solo perché il denaro fa passare in secondo piano qualsiasi problema, è come caricare una bomba ad orologeria senza sapere a che ora sia stata regolata..ma è certo che prima o poi scoppierà.
Il mondo dello sport investe molti soldi per allenare i suoi atleti ma spende poco per innovare le modalità con cui farlo: forse molti sono convinti che si tratti di ripetere il più possibile un gesto tecnico indipendentemente dalla voglia di compierlo, ma io credo che quest’ultima sia più importante di qualsiasi altra cosa.
La vittoria, e vale per qualsiasi sport, non è una cosa che si può ordinare a domicilio come la pizza:
se veramente la vuoi, la vittoria è una cosa che ti devi andare a prendere. E quando di mezzo ci sono allenamenti impegnativi e sacrificanti, mantenere alta e costante la propria motivazione è qualcosa che richiede l’affiancamento di un esperto: qualcuno che ti aiuti a capire cosa vuoi e come puoi ottenerlo attraverso le risorse di cui disponi, allenandoti a conoscere e sfidare i tuoi stessi limiti, fino a spostarli sempre un pelo più avanti..fino a diventare più forte di quanto fossi un attimo prima, fino a diventare più forte dei tuoi avversari.

I figli sono come un po’ come i cani

Chiedo scusa per il titolo ma volevo essere premeditatamente provocatorio e spiegherò il perché.

Talvolta c’è gente che per qualche ragione desidera un cane, senza considerare che si tratti comunque di una forma di vita organica, provvista di esigenze alquanto ovvie (e prevedibili) come fare la pipì al meno un paio di volte al giorno. Queste persone, se vi soffermerete ad osservarle, noterete con quanta fretta ed insofferenza accompagnano il proprio Fido ad espletare le sue inevitabili funzioni fisiologiche, incitandolo a sbrigarsi e strattonandolo malamente (con il guinzaglio) ogni qualvolta si sofferma ad annusare il suo fantastico mondo fatto di odori. In quel momento lui non è più quella dolce palla di pelo che aspetta il  ritorno a casa del padrone per fargli le feste: non è più quella creatura adorabile che almeno per un po’ aveva riportato la serenità  in famiglia. No: in quel momento è diventato l’invalicabile ostacolo che si frappone tra costoro e l’orario della partita di calcetto; è il monolitico obelisco egiziano che devono lentamente e  faticosamente trascinare fino al proprio sito archeologico; più pesante dello zaino tattico degli alpini (40kg) dopo una marcia di 20 km in montagna e più testardo di un mulo sordo, il povero cane viene appellato manco fosse responsabile del disastro petrolifero nel Golfo del Messico.

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