Uno dei temi più trattati dal Coaching è il cambiamento: che questo sia di natura professionale o privata, riguarda comunque un conflitto interno alla natura umana, da sempre.
Eppure, osservando la natura umana stessa, la storia dell’uomo comincia, prosegue e finisce attraverso un numero incalcolabile di continui cambiamenti: a partire dall’embrione, alla formazione dell’individuo, la storia di una persona è accompagnata dal persistente variare di ogni possibile cosa dentro di se, quanto fuori di se. Nel senso che il nostro cambiamento avviene all’interno di un contesto altrettanto in divenire. Cambiano i tempi in cui viviamo, cambiano le condizioni atmosferiche, cambiano i luoghi che frequentiamo, cambiano le leggi, le strade, le tecnologie, le culture. Non c’è nulla che resti immutato: perfino la roccia, modifica la sua forma sotto la continua percussione delle piogge.
Ciò nonostante, sebbene madre natura ci abbia donato il cambiamento come la prerogativa più scontata e naturale della nostra esistenza, ogni qual volta ci accorgiamo che qualcosa di nuovo sta intervenendo in qualsiasi aspetto della nostra vita, la nostra reazione più probabile sarà di dubbio, incertezza, se non addirittura di paura. Non a caso, l’unico detto popolare che abbia mai sentito a proposito di questo tema è “chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova”.
E’ dunque questo l’eterno dilemma con il quale siamo condannati a portare avanti la nostra esistenza? NO.
La verità è che la vita non è una drammatica scelta tra bianco e nero: a guardarci bene dentro, scopriremo che esiste anche il grigio..ed a guardarci meglio, scopriremmo l’esistenza di altri colori..e questo forse ci spingerà a chiederci quante tonalità possa avere la nostra esistenza.
Ecco che allora il cambiamento potrebbe essere una nuova opportunità per esplorare questo incredibile luogo terreno in cui ci troviamo.
Che sia esplorare l’incredibile foresta amazzonica o la soffitta della nonna, la prima cosa che scopriremo sarà sempre la piacevole sensazione di stupore davanti a qualcosa che non ci saremmo aspettati di vedere.
Tra cavalcare il cambiamento o subirlo c’è la stessa differenza che passa tra vivere intensamente o lasciarsi invecchiare.
Ho conosciuto uomini che hanno vissuto pienamente ogni momento della propria vita, adattandosi brillantemente a ciascuna età e condizione, affinché potessero continuare a crescere, apprezzando ogni nuovo aspetto della propria esistenza.
Uno di questi era mio padre: un uomo che nell’invecchiare ha saputo tenere vivo in se il bambino che è stato, vivendo ogni nuovo accadimento con la vivace curiosità di un fanciullo, affrontando le difficoltà della vita con l’esperienza del vecchio saggio e l’entusiasmo del giovane esuberante.
Da lui ho imparato che sebbene alcuni cambiamenti siano imprescindibili dalla nostra volontà, noi, con la nostra determinazione possiamo fare molto per intervenire nel grande scenario: possiamo decidere di sederci e subirlo, oppure alzarci, muoverci e determinare un nuovo cambiamento. E’ così che abbiamo liberato l’Italia dai Nazisti, che l’uomo è andato sulla Luna, che sono stati inventati gli antibiotici, che abbiamo scoperto la forza di gravità. Vivere la vita senza apprezzarne i cambiamenti è come partire in crociera e chiudersi a chiave in cabina per tutto il viaggio: usciamo fuori ad ammirare un tramonto, a sentire il profumo del mare, ad ascoltare in sottofondo l’orchestra che suona nella sala da ballo..e la temporanea nausea da mal di mare durante la tempesta sarà soltanto un piccolo tributo per avere potuto apprezzare tutto questo.
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