La pubblicità di una nota marca di orologi recitava: “calcoliamo il centesimo di secondo che separa chi vince da chi partecipa”. Lo sport agonistico è competizione e si compete per vincere, non certo per partecipare: magari alle olimpiadi sarà importante esserci…ma non certo quanto per  salire sul più alto gradino del podio. Dopo tutto se ci si allena per giorni, settimane, mesi ed anni, è per la voglia di primeggiare prevalendo su tutto e su tutti: che siano gli altri, un destino avverso, un pronostico sfavorevole, vincere è la più gratificante ed appariscente forma di autoaffermazione. Ma quanti si allenano a vincere? Pochi, perché per primeggiare in qualsiasi sport (come nella vita) la cosa più importante da allenare è la testa. Quante squadre, quanti atleti, insieme a direttore tecnico, preparatore atletico, fisioterapista etc., dispongono di un coach che si prenda cura anche della forma mentale? Non è un quesito da poco, perché il campione si distingue dagli altri antagonisti non solo per il talento quanto per lo spirito di sacrificio, determinazione, perseveranza, capacità di apprendere dagli sbagli, consapevolezza dei propri mezzi come dei propri limiti, profonda convinzione di raggiungere i propri obiettivi. Il Campione pensa da Campione: non cerca di non sbagliare, problema che neanche si pone, ma si determina a compiere la vittoria come se fosse parte di un destino inevitabile. Il Campione non ha per riferimento che se stesso e non ha paura degli altri perché dentro di se, sa di essere l’uomo da battere, il male da esorcizzare, la bestia nera con cui gli avversari faranno i conti.  Il Campione vince e non ha paura di non ripetersi: se fallisce piuttosto che non perdonarselo si impegna a capitalizzare l’errore perché non si ripeta,  affinché le sue future prestazioni siano sempre più vicine al concetto di infallibilità assoluta. Ecco che allora, allenarsi duramente non significa solo ripetere cento volte un gesto atletico ma avere anche la capacità di simulare una prestazione che possa parimenti stressare il sistema nervoso dell’atleta: perché un allenamento tradizionale non produce i timori di una gara, non scatena le caratteristiche motivazioni che spingono a dare il 100% del proprio potenziale, non produce l’adrenalina che la competizione vera induce nell’organismo. Per questo e per altri motivi, un Coach esperto di Programmazione Neuro Linguistica e di Sport, è il complemento ideale (o se vogliamo, l’anello mancante) per lo staff di una squadra o di un singolo atleta: perché le sue competenze sono perfettamente funzionali e complementari a quelle dell’allenatore e del preparatore atletico; insieme si possono costruire nuove strategie di allenamento mirate e personalizzate sulle specifiche attitudini mentali di ogni singolo atleta, ottimizzandone al massimo il  potenziale psico-fisico. Nel mondo dello sport ci sono talenti eccezionali che non riescono ancora ad esprimersi per delle inconsapevole inibizioni, talvolta banali quanto deleterie per le conseguenze che poi determinano: in questo specifico ambito, come Life Coach e Master Practitioner di Programmazione Neuro Linguistica, con una laurea in Scienze Motorie ed un passato atletico-agonistico, sono a disposizione di chiunque voglia motivarsi alla scoperta del proprio vero potenziale atletico, sotto ogni aspetto. Acquisire una mentalità vincente è la chiave che determina il cambiamento radicale di un individuo verso il successo…e non è cosa da poco se si pensa che lo sport è una metafora straordinaria anche per affrontare la più ordinaria quotidianità.

Share...Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn